Se c’è una settimana in cui gli italiani vogliono cucinare e tanto, è la settimana di Pasqua.
Quando ero bambina, il digiuno quaresimale era una cosa seria nelle famiglie cattoliche. Ricordo nonna Modestina che la prendeva con tanta serietà che solo a mezzanotte del Sabato Santo, quando si scioglievano le campane ci lasciava avvicinare allo stipo, dove custodiva le cose da mangiare. Aveva pattugliato quella credenza a partire dal Mercoledì delle Cenere, come fosse un marine. È per questo che il pranzo di Pasqua era, ed è ancora, un banchetto.
Ogni regione italiana ha i suoi piatti tradizionali per questa festività. Le tradizioni della mia famiglia vengono da Filignano Molise, paese di origine dei miei genitori. I genitori di mio marito invece, venivano dalle Marche e da una famiglia di mezzadri che avevano vissuto a lungo anche in Umbria. Da quando ci siamo sposati il menu di Pasqua ha sempre accolto i piatti tradizionali di entrambe le famiglie. Oggi, poi, la famiglia che siede attorno alla tavola è per tre generazioni romana. E infine non posso proprio trascurare gli anni che ho vissut in Inghilterra, che vanno degnamente considerati nella varietà culinaria del nostro pranzo di Pasqua.
Il Menù di Pasqua quest’anno, come per i passati cinquanta anni avrà il sapore di Molise, Marche, Umbria, Roma e Inghilterra.
Pronti? Immaginate una sfilata, come quelle della moda ma con piatti profumati e colorati al posto delle modelle.
Via!
Antipasto
Da Roma: Salame Corallina
Dall’Umbria: Torta al formaggio
Dal Molise e da Roma ma con nomi diversi rispettivamente:
Sfritt’/ Coratella- La mia ricetta
Dal Molise: frittata con salsiccia.
Primo
Dalle Marche: Vincisgrassi
Secondo
Dall’Inghilterra: Arrosto di agnello con salsa alla menta
Contorni
Dal mondo intero: Insalata di lattuga
Da Roma: Carciofi alla Romana
Dolce
Da tutta Italia: Colomba
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